Archeomafie e autoriciclaggio: i vincitori delle borse di studio 2016

  • 27 Aprile 2018

“Oggi premiare il merito e l’impegno dei giovani è fondamentale per combattere la mediocrità che ci circonda e ci soffoca. Le generazioni attuali, a differenza delle precedenti hanno fatto un passo indietro, non riconoscono l’errore, non hanno vergogna delle proprie meschinità e cattiverie e la genesi di questa tendenza va individuata nel fatto che le persone deputate a essere modello per gli altri abbiano abdicato al loro compito e lasciato campo libero alla mediocrità”. E’ uno stralcio del discorso del presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone, durante la cerimonia di consegna delle borse di studio intitolate a Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, tenutasi stamane nella Sala Gialla di Palazzo dei Normanni a Palermo. Le borse sono promosse dalla Fondazione Giovanni Falcone e finanziate dall’Assemblea Regionale Siciliana.
La Fondazione ogni anno, ormai dal 1994, assegna infatti dieci borse di studio a giovani siciliani laureati in giurisprudenza nelle università siciliane con il massimo dei voti. Le borse di studio sono finalizzate a promuovere attività di ricerca-studio sulla criminalità organizzata al fine di favorire lo sviluppo di una cultura antimafiosa nella società, nonché di contribuire al potenziamento dell’azione di prevenzione e di contrasto della criminalità organizzata di stampo mafioso. Oltre ad Ardizzone  erano presenti Leonardo Guarnotta, segretario generale della Fondazione, Giuseppe Di Chiara, ordinario del Dipartimento di Scienze Giuridiche, della Società e dello Sport presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università degli studi di Palermo e Vincenzo Militello, ordinario di Diritto Penale presso l’Università degli Studi di Palermo.

“Con questi premi – ha detto Guarnotta – la Fondazione Falcone dà un aiuto a giovani studenti siciliani per il percorso di crescita personale e professionale. Si parla di cultura di legalità ma io parlerei di cultura di vita. Occorre insegnare quei valori che devono rappresentare la stella cometa che li guiderà in tutta la vita professionale”.
“Negli anni ho potuto constatare personalmente – ha detto Maria Falcone, che non è potuta essere presente – l’importanza delle borse di studio intitolate a Giovanni e Paolo sin dal 1994, per tutti coloro che le hanno ricevute. Anche grazie al contributo della nostra Fondazione, molti di questi laureati hanno potuto partecipare a concorsi e candidature di rilievo prestigioso. Ed oggi, molti di questi giovani beneficiari ricoprono ruoli importanti nel mondo del lavoro e in seno alle istituzioni regionali, nazionali ed internazionali. Ringrazio il presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana, Giovanni Ardizzone, per aver mantenuto l’impegno per l’erogazione delle borse di studio.”
Ecco chi sono i giovani studenti vincitori con il titolo dei progetti di ricerca.

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Vincenzo Salvago: Il reato di tortura: depotenziamento alla lotta contro la mafia?

Cristina Ingrao : Art.12-Quinquies L. 356/1992 come strumento di contrasto alle forme di occultamento dei patrimoni illecitamente accumulati dalle organizzazioni di tipo mafioso

Andrea Sciortino: L’Associazione a delinquere di stampo mafioso ex art.416-Bis dal sodalizio tradizionale alle nuove mafie: La nozione di metodo mafioso e il caso “Mafia Capitale”.

Ambra Camilleri: La vita dell’impresa sottoposta a misura di prevenzione alla luce delle disposizioni del codice antimafia

Roberta Patti: Lotta alla criminalità organizzata di stampo mafioso: azioni di contrasto alle condotte agevolatrici del difensore. Prevenzione della “solidarietà anomala” e strumenti di repressione nei casi di illecita difesa.

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Teresa Accardo: Archeomafie: Nuove frontiere della criminalità organizzata nel settore del patrimonio culturale e strategie di contrasto al fenomeno

Silvia Piccione: Mafia Capitale: il nuovo volto della criminalità organizzata in Italia alla luce dell’inchiesta “Mondo di Mezzo”

Federica Licata: Autoriciclaggio e fenomeni di reimmisione dei beni illeciti nell’economia: forme di tutela e ruolo delle indagini bancarie. La realtà siciliana.

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