Il maxiprocesso a Cosa nostra come patrimonio nazionale, bene comune messo a disposizione dei cittadini che vogliano conoscere un pezzo fondamentale della storia italiana. Eā il senso del progetto che prevede la digitalizzazione degli atti del maxiprocesso e di una serie di processi che hanno segnato la storia della lotta alla mafia, ideato dalla Fondazione Falcone in partnership con il Tribunale di Palermo e lāUniversitĆ degli Studi del capoluogo siciliano. Lo scopo ĆØ preservare e mettere in rete, affinchĆ© sia facilmente consultabile, lāenorme mole di atti del procedimento āAbbate Giovanni + 474ā, più noto come maxiprocesso, istruito dal pool antimafia dellāufficio istruzione del Tribunale di Palermo di cui facevano parte Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, Leonardo Guarnotta e Giuseppe Di Lello.Ā
La digitalizzazione riguarderĆ anche gli atti istruttori e dibattimentali di processi storicamente connessi come i cosiddetti maxi bis, ter e quater e quelli per gli omicidi del segretario regionale del Pci Pio La Torre, del presidente della Regione Piersanti Mattarella e del segretario provinciale della Dc Michele Reina.Ā Ā La professoressa Maria Falcone, presidente della Fondazione Giovanni Falcone, il presidente del Tribunale di Palermo Salvatore Di Vitale e il rettore dellāAteneo palermitano Fabrizio Micari hanno firmato digitalmente il protocollo dāintesa che dĆ il via al progetto.Ā
āAbbiamo pensato di dare a tutti i cittadini che siano interessati e agli addetti ai lavori che vogliano usarli a fini di studio lāopportunitĆ di consultare in modo facile e rapido, attraverso gli strumenti informativi digitali, gli atti di un processo che rappresenta ormai una parte della storia del Paese. Eā un modo di preservare la memoria di un lavoro ponderoso che ha avuto un valore epocale. Il āmaxiā ĆØ uno spartiacque che segna un prima e un dopo nella lotta alla mafia. Eā il primo fondamentale processo contro Cosa nostra che ha dimostrato che la mafia ĆØ una organizzazione unitaria e strutturata. Al di lĆ dei suoi numeri imponenti, possiamo dire che ha indicato la strada a tutta la successiva azione di contrasto giudiziario ai clanā, ha detto Maria Falcone.
La prima fase del progetto sarĆ dedicata alla selezione dei documenti da digitalizzare e alla scelta degli strumenti da utilizzare: il sistema di acquisizione impiegatoĀ dovrĆ garantire la qualitĆ di immagine preservando però lāintegritĆ dei documenti originali.Ā Successivamente saranno sviluppati un software gestionale e la piattaforma di condivisione del materiale che sarĆ pubblicato sul sito della Fondazione Falcone. NellāAula bunker del carcere Ucciardone costruita per la celebrazione del processo verranno allestiti gli spazi in cui lavorare alla digitalizzazione.Ā
āHo accolto con entusiasmo lāiniziativa- dice il presidente del tribunale Salvatore Di Vitale – Daremo la massima collaborazione mettendo a disposizione i documenti e gli spazi. Questo progetto ĆØ un modo tangibile di conservare la memoria e di condividerla con i cittadini e gli studiosi che siano interessati alla consultazione degli attiā.
Una fase fondamentale del lavoro, coordinato dallāex direttore dellāAula Bunker Vincenzo Mineo, riguarderĆ la formazione del personale e degli operatori coinvolti. VerrĆ costituito un gruppo e si procederĆ a una selezione pubblica del personale tecnico e degli operatori da utilizzare. Alla fase di selezione, seguirĆ un periodo di formazione sulla storiaĀ dellāattivitĆ istruttoria e processuale del maxiprocesso: formazione realizzata attraverso lezioni di 50 ore tenute dallāUniversitĆ .Ā
āIl nostro Ateneo ha aderito con entusiasmo al progetto che lo vede coinvolto sia con i suoi docenti e ricercatori, giĆ fortemente impegnati sul piano scientifico sui temi della legalitĆ e del contrasto al fenomeno della criminalitĆ organizzata, sia con la sua componente studentesca, che da anni si ĆØ resa protagonista di progetti locali e nazionali di sensibilizzazione e formazione volti a promuovere la cultura della memoria dellāimpegno e della legalitĆ ā commenta il Rettore dellāUniversitĆ degli Studi di Palermo, prof. Fabrizio Micari – Con la sottoscrizione della convenzione, lāUniversitĆ di Palermo manifesta pienamente la sua volontĆ di contribuire attivamente alla realizzazione di questo importante e strategico progetto di digitalizzazione e ricostruzione degli atti del āMaxi processoā, assicurando il necessario apporto scientifico, culturale e formativo. Eā nostra convinzione, infatti, che tale progetto possa contribuire decisamente ad incrementare la diffusione, la conoscenza e lo studio di una vicenda che non costituisce soltanto una straordinaria pagina della nostra storia, ma anche un effettivo patrimonio di conoscenza, dati e strumenti operativi che ancora oggi rivestono un ruolo decisivo per la formazione, ma anche per lāattivitĆ degli operatori del settore e della cittadinanza nel suo complessoā.
Il dibattimento di I° grado del maxiprocesso venne istruito tra il 1982 e il 1985 e fu celebrato nellāAula bunker del carcere āUcciardoneā di Palermo tra il 10 febbraio 1986 ed il 16 dicembre 1987. Si concluse, dopo una camera di consiglio durata 36 giorni, con condanne aĀ 19 ergastoli e a pene detentive per 2665 anni.