L’Albero Falcone tra i 13 luoghi simbolo dell’Italia

  • 5 Dicembre 2019

C’è anche l’Albero Falcone tra i 13 luoghi simbolo del nostro Paese ascolti dall’artista Jasmine Pignatelli per la sua opera HEIMAT- SHARING THE LAND, in mostra fino a 12 gennaio al Musma, il Museo della scultura contemporanea di Matera. Su invito dell’artista, tredici manciate di terra sono state raccolte in tredici luoghi emblematici della recente storia d’Italia da altrettanti, emblematici, interlocutori. Sono piccoli cumuli di terra che si mescolano e che appartengono a luoghi della memoria, portatori di immagini e storie che hanno contribuito a creare una identità e una coscienza collettiva italiane.Le terre del pozzo di Alfredino, della scuola di Barbiana, di Riace e Lampedusa, del quartiere Tamburi di Taranto, la terra su cui sorge l’albero dedicato a Giovanni Falcone e di un luogo d’arte come Morterone. Uno “sharing the land” collettivo e condiviso in cui si celebra l’appartenenza a una ideale Heimat, complessa parola tedesca traducibile come “Patria” e dalla forte componente emozionale, emotiva e sentimentale.L’opera consiste, infatti, in un cubo in ferro che custodisce e mescola in una unica terra, in una unica memoria collettiva, le terre provenienti dai vari luoghi d’Italia. Su una faccia del cubo sono incise le coordinate geografiche delle terre di provenienza, raccolte e sigillate al suo interno con una performance dell’artista.Ma Heimat è soprattutto un’opera video generata dal contributo di tutte le performance delle parti invitate, che ritraggono l’azione della raccolta della terra, del “rito” della condivisione, dell’atto del donare. Volti e voci, luoghi e azioni, nel procedere del video, finiscono per sovrapporsi fino quasi a creare un unico volto, un unico suono, un’unica memoria, un’unica terra, un’unica Heimat. La grande e la piccola Storia si fondono così in uno SHARING THE LAND collettivo e condiviso in cui si celebra l’appartenenza a un’ideale HEIMAT.  Luoghi dell’anima e del libero pensiero, come la scuola creata da Don Lorenzo Milani a Barbiana, PATRIA degli ultimi esclusi dalle opportunità sociali; terre consumate e sofferte come Lampedusa e Riace, luoghi dove si nutre la speranza di una nuova PATRIA allargata e accogliente, non più biologica ma culturale. Un popolo è fatto anche dei dolori e dei drammi che ha saputo condividere, delle tragedie e sofferenze dalle quali è nata nuova consapevolezza critica e una coscienza civica più forte: la strage di Capaci, ha generato un riscatto delle idee e della legalità simboleggiate nell’albero di Giovanni Falcone a Palermo; la morte nel profondo pozzo artesiano del piccolo Alfredino Rampi, tragico errore umano, ha ispirato la riorganizzazione della Protezione Civile e l’instancabile impegno del Centro Alfredo Rampi per la Formazione alla prevenzione e l’Educazione al rischio Ambientale, alla formazione degli operatori del soccorso e al soccorso di emergenza; l’omicidio cruento di Pier Paolo Pasolini non è riuscito a spegnere la voce e le opere del poeta, sopravvissuto al fango ignobile gettato su di lui, per restare patrimonio incancellabile di idee: il dramma quotidiano dell’aria e delle polveri portatrici di morte a Taranto, terra compromessa dalla violenza industriale unisce e affratella i cittadini per un riscatto non rinviabile; e infine, a mescolarsi con le altre terre, la terra di una Matera che guarda al domani e alla cultura e insieme a questa la terra che respira scienza a Pisa, dove una grande antenna lavora ogni giorno per captare il primo afflato dell’Universo, registrando le onde gravitazionali all’origine del Tutto.

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